Dal momento in cui è nata la musica country, ha iniziato a morire—almeno secondo un particolare gruppo di puristi. Per decenni, hanno resistito per il violino, per la mandolino, per le armonie. Di tanto in tanto, ottengono una vittoria, tirando la corda dalla loro parte nell'incessante tira e molla tra la musica country che incorpora le tendenze pop del giorno (per motivi creativi e commerciali) e la musica country che dà priorità all'estrazione della tradizione largamente mitizzata della musica.
All'inizio degli anni '80 si è assistito a un momento in cui il pendolo ha iniziato a oscillare nuovamente verso l'acustico e il vintage, come reazione alle glorie e alle sconfitte della disco country e alla breve storia d'amore di Hollywood con la musica e la cultura country (film come Urban Cowboy, 9 to 5, Honeysuckle Rose, ecc.). L'uscita di Strait Country di George Strait, i due album omonimi di John Anderson e Waitin’ for the Sun to Shine di Ricky Skaggs, insieme all'emergere di Reba McEntire, hanno contribuito a incoraggiare le tendenze revivalistiche nel 1981. Tuttavia, invece di avviare una tendenza, sembrava più che questi artisti avessero toccato un corso latente che era sempre stato presente, creando nuove opportunità per i musicisti più giovani che avevano affinato le loro capacità in honky-tonk e festival obscuri per tutto questo tempo.
Marty Stuart era uno di questi artisti. Nell'album del 1982 Busy Bee Cafe, ampiamente considerato come il debutto di Stuart, nonostante fosse tecnicamente la sua seconda uscita, il cantante e suonatore di mandolino mostrò le sue reali credenziali country sia tramite le sue abilità di picking sia attraverso il talento vistoso dei partecipanti all'album — guadagnato nel corso di una carriera che era già, apocrificamente, durata un decennio, nonostante Stuart avesse solo 24 anni quando l'album è stato rilasciato. Lontano dall'essere un antipasto per il futuro successo commerciale di Stuart, Busy Bee mette invece in mostra il suo profondo rispetto per i suoi predecessori musicali, senza tener conto della possibilità di trasmissione radiofonica. Questa uscita folk si allinea più con un filone persistente di tradizionalismo che con i revival mirati al commercio di Strait e Skaggs — un filone che perdura anche oggi, parzialmente alimentato da esibizioni ispiratrici come quelle catturate in questo album.
Natalie Weiner is a writer living in Dallas. Her work has appeared in the New York Times, Billboard, Rolling Stone, Pitchfork, NPR and more.
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