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Jazmine Sullivan trova il controllo nella riflessione su se stessa in 'Heaux Tales'

Il January 11, 2021

Ogni settimana ti parliamo di un album di cui pensiamo tu debba prendere tempo per ascoltarlo. L'album di questa settimana è Heaux Tales, il nuovo album di Jazmine Sullivan

foto di Myesha Evon Gardner

“Ascolti questo progetto e—quello che volevo fare è farti riflettere su perché fai certe cose, e poi attaccare quella, guardare quella parte. Perché lo faccio? Se lo ami e ti fa stare bene? Allora dai, continua a farlo,” ha detto Jazmine Sullivan, parlando di Heaux Tales prima della sua uscita in un'intervista al Breakfast Club il mese scorso. “Ma se lo guardi e dici, ‘Cosa? Non è giusto, è iniziato da un'altra parte, il luogo in cui è iniziato è quello che devo affrontare,’ allora affronta quello. Quindi si tratta solo di auto-riflessione.”

Come ci si poteva aspettare solo dal titolo, Heaux Tales è, naturalmente, riguardo a storie di piacere carnale —e grazie a dio per questo. Ma parla anche delle definizioni di esso, della proprietà di esso, della riappropriazione di esso, dei contesti dinamici in cui si svolge e della costante consapevolezza che serve la migliore versione di esso. Nella sua carriera di 13 anni, Sullivan non è mai stata del tipo che addolcisce le cose, ma il suo quarto album, e il primo in quasi sei anni, affonda profondamente e comodamente nell'auto-onestà, utilizzando le prospettive e le intuizioni oneste degli altri per plasmare il suo framework.

Un album-concetto multifaccettato e saggio, i “racconti” di sei donne diverse guidano tematicamente gli ascoltatori dall'inizio alla fine sotto forma di brevi interludi parlati, conversazionali, su ritmi ipnotizzanti o organi gospel, ciascuno seguito da brani più convenzionali che esplorano i concetti esposti nell'interludio precedente.

Prendi il lead single senza scuse, “Pick Up Your Feelings”. Segue “Antoinette’s Tale”, in cui Antoinette afferma brutalmente “La nostra società insegna [agli uomini] a essere così concentrati su se stessi e sulle proprie conquiste che dimenticano che anche noi siamo esseri sessuali...Siamo qui a dirgli, che la vagina è loro, quando in realtà, è nostra.” Nella continuazione del racconto, Sullivan eguaglia quell'assoluta proprietà sia nella potenza vocale che nella lirica; “Ragazzo, per favore, non ne ho bisogno (non ne ho bisogno) / Ricordi, tutto quel cavolo, puoi tenerlo,” si pulisce le mani—composta, non impressionata, e in controllo.

Pur abbracciando tematicamente le imperfezioni, quel controllo fluido rimane costante, anche durante momenti più dolorosi o vulnerabili, come la ballata dal sapore amaro “Girl Like Me (feat. H.E.R.)” o il visceralmente cuore spezzato “Lost One.” Sullivan, e le narratrici che la accompagnano, restano nel loro potere attraverso tutto, in uno stato costante di auto-onestà e riflessione.

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Amileah Sutliff

Amileah Sutliff è una scrittrice, editor e produttrice creativa con sede a New York ed è l’editor del libro The Best Record Stores in the United States.

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