Devi davvero immergerti nei brani di Jordan Raf per poterli apprezzare. Interi pezzi sono indefinibili, ma non ti sei tuffato per il contenuto, sei venuto per la sensazione che tutto ciò provoca sulla tua pelle. Parole, frasi, frasi si trasformano in un'onda lattiginosa che devi cavalcare come una sua forma di comunicazione aliena melassa. Sono vocali R&B spesse come sputo su un paesaggio disco perfettamente testurizzato al quale devi sincronizzare il tuo respiro.
Dopo il suo debutto nel 2016 con l'album completo Double Negative su POW Recordings, è tornato con “The Scales of St. Michael,” il primo brano del suo prossimo EP su POW, che stiamo presentando qui su VMP. Proprio come il mondo sciropposo costruito nel suo debutto, il brano prodotto da John War e Best Picture vanta un'atmosfera oscura e multidimensionale, alleggerita e liberata dai cliché con una serie di peculiarità e sfumature coese. È riempito di parti uguali di desiderio viscerale da brivido e giudizio esistenziale—un brano per i tempi che corrono, se vuoi. Potrei continuare a descriverlo ma, come sembra sapere Raf più di ogni altra cosa, il modo migliore per capirlo è che lui te lo mostri (e poi ti spieghi qui sotto). Puoi ascoltare il brano qui sotto.
Dalla bocca di Jordan: "Negli anni '50 c'era un bunker segreto chiamato 'Raven Rock Mountain Complex.' È stato costruito con il puro scopo che, durante l'apice della guerra fredda, se noi plebei venissimo ridotti in mille pezzi, l'élite governativa e le famiglie più ricche della nostra società avrebbero un posto sicuro dove nascondersi.
Nel cattolicesimo, il mito è che dopo la tua partenza dal mondo fisico, San Michele, il capo dell'esercito degli angeli, peserebbe la tua anima sulla sua bilancia di giustizia, e vedrebbe se, durante la tua vita, sei stato abbastanza buono per entrare in paradiso. Il mio pensiero è: e se gli dessi una banconota da cento blu? E se Dan Bilzerian fosse lì su un jetski d'oro spruzzando sacra urina su tutte le persone che hanno preso in giro i suoi polpacci esigui? E se dopo tutto il bene che ho cercato di fare nella mia arte e nelle mie relazioni personali, dovessi essere il pedicure di Asahd incatenato a un gigante altoparlante che risuona all'infinito 'sono già arrivate le voci di Drake??!' per l'eternità.
Sono consapevole di non aver condotto neanche per lontana somiglianza una vita perfetta, ma sto facendo del mio meglio, anche se questo significa assumere così tanto ketamina da pensare di incontrare una delle persone col pollice dei bambini spy, ma è solo un cestino davanti a un gioco di pick-up-stix. Comunque, questa è la tematica di questa canzone, e cazzo, lo dico anche lì. Dio benedica."
Amileah Sutliff è una scrittrice, editor e produttrice creativa con sede a New York ed è l’editor del libro The Best Record Stores in the United States.
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